La donzelletta vien dalla campagna,
In sul calar del sole,
Col suo fascio dell’erba; e reca in mano
Un mazzolin di rose e di viole,
Onde, siccome suole,
Ornare ella si appresta
Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
Su la scala a filar la vecchierella,
Incontro là dove si perde il giorno;
E novellando vien del suo buon tempo,
Quando ai dì della festa ella si ornava,
Ed ancor sana e snella
Solea danzar la sera intra di quei
Ch’ebbe compagni dell’età più bella.
Già tutta l’aria imbruna,
Torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre
Giù da’ colli e da’ tetti,
Al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
Della festa che viene;
Ed a quel suon diresti
Che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
Su la piazzuola in frotta,
E qua e là saltando,
Fanno un lieto romore:
E intanto riede alla sua parca mensa,
Fischiando, il zappatore,
E seco pensa al dì del suo riposo.
Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
E tutto l’altro tace,
Odi il martel picchiare, odi la sega
Del legnaiuol, che veglia
Nella chiusa bottega alla lucerna,
E s’affretta, e s’adopra
Di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba.
Questo di sette è il più gradito giorno,
Pien di speme e di gioia:
Diman tristezza e noia
Recheran l’ore, ed al travaglio usato
Ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Garzoncello scherzoso,
Cotesta età fiorita
E’ come un giorno d’allegrezza pieno,
Giorno chiaro, sereno,
Che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
Stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo’; ma la tua festa
Ch’anco tardi a venir non ti sia grave.
Non hai i brividi? Chi non ha studiato questa poesia straordinaria da piccoli, magari maledicendola perché dovevamo “impararla a memoria”…ah le mostruosità della scuola italiana!
Ma rimane il fatto che questo scritto nasconde una verità incredibilmente semplice ma difficile da cogliere, tanto che io l’ho fatto solamente qualche anno fa.
Il sabato del villaggio, oltre a raccontare uno splendido scorcio di vita rurale, nasconde in sé un insegnamento fondamentale, che si è in grado di cogliere non alle scuole medie, bensì frequentando la scuola della vita.
La vita ti insegna che il Sabato è il giorno più bello, più festoso e pieno di spensieratezza. Non la domenica, il SABATO.
Perché il sabato sai che il giorno dopo sarà un giorno di festa, di gioia, un giorno in cui non lavorerai e in cui potrai goderti la tua famiglia.
La Domenica è il giorno del Signore ma è il Sabato il vero giorno in cui la curva della tua felicità tocca l’apice.
E cos’ è la tua gravidanza? 9 mesi di sabati, uno dietro l’altro, durante i quali assapori, immagini, sorridi e ti spaventi pensando alla Domenica che sta per arrivare. Al tuo giorno più importante, al vostro giorno più importante.
Simone e Sara stanno vivendo tutto questo.
Dopo lo shooting ci siamo fermati a chiaccherare di cazzate, di auto, di finanziamenti e di un sacco di cose insulse ma mentre li guardavo, da 40enne, da papà, da semplice persona matura, provavo tenerezza nell’immaginare che ieri sarebbe stata l’ultima volta in cui li vedevo così.
Inebriati dal loro straordinario e lungo sabato.
A questo serve la fotografia.
Non a condividere la tua fotina carina sui social.
Per quello fatti un selfie con lo smartphone.
Per raccontare l’amore però, per raccontare il tuo sabato ci vuole molto di più.