Cosa c’è sotto al portfolio di un fotografo? A cosa fare attenzione.

By Mauro Aluffi

Gennaio 19, 2025

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Disclaimer:,

In barba a qualsivoglia regola di BLOG in vigore, questo articolo è volutamente approfondito e può risultare “tecnico” per chi non è addentro al mondo della fotografia.
L’obiettivo non è mostrarsi come esperti spocchiosi, ma fornire uno strumento utile a tutti coloro che desiderano orientarsi nel processo di scelta di un fotografo di famiglia.

Sappiamo bene che per diventare davvero competenti servirebbe un intero corso di fotografia, ma con un po’ di attenzione e grazie ai consigli riportati qui, potrai imparare a valutare in modo più consapevole il lavoro di un professionista.

Se hai voglia di leggere, ma soprattutto se vuoi essere in grado di scegliere il tuo fotografo di famiglia in modo consapevole...questa guida fa per te!

Quando si sceglie un fotografo per immortalare momenti preziosi in famiglia, le immagini che troviamo online possono spesso trarre in inganno. Capita di soffermarci su poche foto “di punta” – quelle pubblicate su Instagram o su un sito web – e di pensare che siano rappresentative di tutto il lavoro.

In realtà, selezionare correttamente un fotografo di famiglia a Torino e Cuneo (o di qualsiasi altra città) richiede un’analisi più approfondita. In questo articolo, vedremo come valutare un fotografo di famiglia esaminando il suo portfolio in modo completo, così da prendere una decisione basata su criteri tecnici, artistici e professionali.

Ma perché scrivere un articolo così lungo e dettagliato?

Spesso sottovalutiamo la complessità che sta dietro a uno scatto ben riuscito. Comprendere certi aspetti tecnici e stilistici permette di evitare scelte affrettate che potrebbero portare a risultati deludenti e, magari, a dover pagare due volte: una per un servizio insoddisfacente, e una seconda per rifarlo con un altro fotografo.

Con questa guida, cerchiamo dunque di offrirti una panoramica completa (per quanto possibile) su ciò che devi davvero osservare in un portfolio fotografico. E se hai dubbi o curiosità, prenditi il tempo per approfondirli: un servizio di famiglia è un ricordo che rimarrà negli anni a venire. Fare la scelta giusta oggi significa garantirti foto che amerai domani.

Perché le “4 foto migliori” non bastano

Che succede non appena scrivi su Google o Instagram "Fotografo di famiglia Cuneo o Torino?"
Succede che il motore di ricerca di mostra una infinita serie di professionisti che propongono quel servizio, senza distinzione alcuna (non è il suo compito in effetti).

E qui iniziano le danze, e il tuo viaggio 🧳

Inizi a cliccare in serie e a scoprire cosa propone ognuno di loro. Ed è naturale che ogni professionista mostri la parte più riuscita del proprio lavoro, lo facciamo anche noi sia chiaro.
Tuttavia, limitarsi alle poche immagini messe in evidenza sui social media può portare a valutazioni errate. Anche un fotografo inesperto, infatti, può scattare qualche foto ben riuscita “ogni tanto” e pubblicarla, creando un’illusione di eccellenza che potrebbe non corrispondere alla qualità media del suo operato.

Tuttavia il vero problema è la "cecità al brutto"

Il vero nodo della questione però riguarda la bassa familiarità che la maggior parte delle persone ha con la fotografia.

Non deve stupire, se tutti fossero esperti di luci, di composizione e di post-produzione, farebbero probabilmente i fotografi di professione! 

Questo aspetto tuttavia conduce ad un fenomeno che potremmo chiamare “cecità al brutto”: spesso si considerano belle immagini che, oggettivamente, presentano difetti anche macroscopici.

Basta leggere i commenti entusiasti di amici e parenti sotto foto decisamente discutibili.

Per esempio, se nella foto compare un bambino – e i bambini richiamano naturalmente sentimenti di dolcezza e tenerezza – si tende a soffermarsi sulla sua espressione o sul contesto affettivo, e non ci si accorge di problemi di luce, di composizione o di post-produzione.

Dopotutto però, una foto rimane pur sempre una foto: la presenza di bambini non rende automaticamente lo scatto tecnicamente corretto né esteticamente gradevole.

L’occhio di un professionista – o comunque di chi è abituato a riconoscere certe caratteristiche – nota subito elementi come un’inquadratura non equilibrata, un’illuminazione troppo piatta o con dominanti strane, un ritocco eccessivo o, al contrario, trascurato.

Solo prendendo coscienza di questi aspetti, anche se non si hanno tutte le competenze di un fotografo, si può iniziare a fare scelte più oculate e a distinguere un lavoro tecnicamente e artisticamente valido da uno improvvisato. Questo articolo vuole aiutarti a farlo, cominciamo con un esercizio semplice semplice...

Guarda questo scatto.

Un esempio con fotografie nostre.

Fotografia di neonato con cappello che dorme aul morbido

Immagina questa scena: siamo in studio, tuo figlio è il protagonista della foto e io te la mostro con orgoglio. Molto probabilmente la tua reazione sarebbe un emozionato “Ohh, che meraviglia!”, con la mano sul cuore e gli occhi pieni di gioia.

Come faccio a saperlo? Perché questa foto è mia, l’ho consegnata 12 anni fa a una cliente che ha reagito esattamente in quel modo. Tutti felici, giusto?

In realtà, con l’esperienza di centinaia di servizi newborn alle spalle, oggi riconosco che quell’immagine è tecnicamente sbagliata per vari motivi, che chiunque potrebbe notare con un minimo di consapevolezza in più. Vediamoli insieme:

  1. La posa è completamente distesa: il bambino è “allungato” su un cuscino, senza ricreare la tipica posizione raccolta (che ricorda una postura fetale).
  2. Il cappello è fuori contesto: fotografare un neonato nudo con un copricapo che, per di più, calza malissimo, non ha senso. È solo appoggiato, non aggiunge nulla allo scatto. Ma poi, ne hai mai visto uno conciato così nella vita reale?
  3. La luce è piatta: non ci sono ombre che diano tridimensionalità. È la luce a “dipingere” e dare forma al soggetto, ma qui manca il gioco di chiaroscuri che dona profondità.
  4. La bocca è aperta: ciò crea un buco nero proprio sul viso del bambino, il fulcro dell’immagine. Spesso, in una foto newborn, un neonato con la bocca socchiusa può anche essere delicato, ma qui è proprio un pugno nell'occhio”.
  5. Inquadratura a 90°: la foto è scattata “alla egizia 🇪🇬”, cioè completamente di profilo, come si fotograferebbe una borsa da donna. Manca un primo piano, un secondo piano, uno sfondo: tutto è sullo stesso livello.
  6. Tutto è a fuoco: nei ritratti, lo sfocato selettivo è fondamentale per guidare l’occhio su ciò che conta davvero. Qui, invece, non si sa dove guardare perché ogni elemento ha la stessa nitidezza.

Ora guarda questo.

Neonato in posa corretta durante uno shooting professionale

1. Una posa perfettamente armoniosa

In questa foto, il neonato è dolcemente raccolto in una posizione che ricorda le forme morbide e protette dell’utero materno. Il gomito e il ginocchio si toccano, creando una linea di curve che enfatizza la tenerezza delle pieghette della pelle. È un equilibrio naturale che veicola un senso di protezione e mette in luce tutta la delicatezza del soggetto.

2. Lo sfocato selettivo e l’importanza dei piani

Il progressivo effetto sfocato, tipico di un obiettivo professionale di alta qualità, separa con decisione il primo piano dallo sfondo. In questo modo, l’attenzione di chi guarda cade immediatamente sulla parte più espressiva del ritratto: il viso del bambino. È un accorgimento essenziale nella fotografia di ritratto, perché guida lo sguardo e sottolinea ciò che conta davvero nella composizione.

4. Toni caldi e bilanciati

Osserva la cromia complessiva: i colori sono piacevolmente caldi e privi di dominanti fastidiose. Questa scelta conferisce all’immagine un’atmosfera accogliente, che esalta la sensazione di intimità e dolcezza. Ogni sfumatura è equilibrata, lasciando emergere in modo naturale la pelle del neonato e la morbidezza dell’ambiente circostante.

6. Il volto libero e naturale

Osserva il viso: è mostrato nella sua interezza, senza essere coperto o interrotto da accessori come un cappello. Questo aiuta il cervello a riconoscere la forma ovale del volto come “naturale” e armoniosa, aumentando la piacevolezza percepita dall’osservatore.

7. Luce morbida e laterale

L’illuminazione laterale avvolge delicatamente il viso del neonato, creando leggere ombre sotto il nasino. Questo dettaglio rende la fotografia più tridimensionale e profonda, perché la luce non “appiattisce” i lineamenti, ma li valorizza con sottili chiaroscuri. La morbidezza dell’illuminazione contribuisce ulteriormente a comunicare la sensazione di intimità tipica di un servizio newborn.

5. Il risultato di uno scatto consapevole

La differenza rispetto alla foto precedente è evidente: qui ogni dettaglio è stato studiato, dall’illuminazione alla posa, dalla scelta degli accessori all’uso sapiente della profondità di campo. Ecco perché questa immagine trasmette un’emozione forte e duratura, diventando un vero ricordo da custodire nel tempo.

Un secondo esempio di foto “sbagliata” e la sua versione corretta.

Lo avevo scritto che sarebbe stato un articolo esaustivo, ma stai ancora con noi che stai imparando cose preziose e siamo quasi alla fine 🤗

Neonato che dorme fasciato
Neonato che dorme appoggiato su un morbido tappeto bianco

In questi scatti, l’obiettivo era “wrappare” il bambino, ossia avvolgerlo con un tessuto per creare una sorta di morbido contenitore che richiamasse la postura fetale. L’idea di fondo, come nella maggior parte della fotografia newborn, è rendere il neonato raccolto e protetto, proprio come nell’utero materno.

Il problema principale è il modo in cui è stato sistemato il wrap: nel primo scatto non è teso a sufficienza e risulta inserito in modo disordinato creando confusione e un mare di pieghe. 
Nel secondo il bimbo sembra un "burrito", completamente nascosto dal tessuto, che crea una forma a bozzolo decisamente poco gradevole.

Quando si sceglie di usare un wrap, questo dovrebbe mettere in risalto le forme del piccolo anziché nasconderle, e lasciare braccia e gambe parzialmente scoperte.

Certo, è più impegnativo che avvolgere tutto il bambino “a tacos” e dimenticarsene come ho fatto nel secondo scatto, ma fa una grande differenza in termini estetici e di comfort.

In sintesi, il wrap va teso con cura, in modo da fasciare in modo delicato il neonato senza comprimerlo e, al contempo, mettere in evidenza le sue forme. Una posa raccolta, braccia e gambe ben visibili e un bilanciamento colori curato sono infatti elementi fondamentali per realizzare una fotografia newborn davvero riuscita.

Come lo facciamo oggi.

Spero che a questo punto della lettura la tua capacità critica ti permetta di cogliere le differenze tra questo, e gli scatti precedenti. Il bambino è visibile in tutte le sue parti, apprezziamo le manine e i piedini, così meravigliosamente perfetti e la posa è raccolta e concentrata.

Occhio, non si tratta di soggettività.

Sebbene esista un margine "creativo" che rende queste indicazioni appunto...delle indicazioni e non delle regole scolpite nella pietra, è bene sapere che ci sono decine di accorgimenti come questi che (attenzione NEL CONCRETO) rendono le immagini più gradevoli. E questo vale per la fotografia di gravidanza e quella per bambini, come in generale per ogni settore fotografico.

Il nostro cervello è costruito per decodificare tutti questi segnali visivi e trovarli gradevoli.
Quindi sì, se una immagine ci piace ci sono dei motivi ben precisi, che forse magari consciamente non realizzi, ma il tuo cervello sì!

In pratica quindi la frase "Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace" è errata.

Il bello sottostà a precise regole di proporzione e armonia.
A questo proposito se hai tempo e voglia, è interessantissimo vedere questo video che racconta come e perché troviamo le cose "belle"

In conclusione.

Siccome mi sento a mio agio nel mostrare i miei errori passati – e poiché, come tutti, sono ancora in un continuo processo di crescita – desidero proporti una galleria di immagini “discutibili” affiancata a un’altra che, invece, rappresenta il livello qualitativo che considero il mio stato dell’arte attuale. Spero che questo confronto possa aiutarti a capire come l’esperienza, la pratica e un costante miglioramento possano fare la differenza in un servizio fotografico.

Sotto immagini con problemi.
Sotto il nostro lavoro oggi.

CHI E' CHE SCRIVE

Fotografo, titolare di due studi per bambini in Piemonte. Da 15 anni aiuto le famiglie a creare la propria memoria fotografica.
Sono il fondatore della Newborn Photography Academy, la prima scuola in Italia dedicata alla formazione per fotografi di famiglia.

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