dietro alle fotografie.

Ciao,

che bello che tu sia qui!

Non ci crederai ma spendere due minuti per leggere qualcosa su di me non è cosa da tutti, e lo apprezzo molto.

E' tutto così veloce che a volte non si sa nemmeno con chi si sta parlando o scrivendo.
Questa pagina ha l'ingrato compito di dirti qualcosa su di me, il percorso che mi ha portato qui e per quale motivo sono sicuro di essere una buona scelta per te.

Scrivo "ingrato" perché ho fatto tante cose nel tempo, e non voglio risultare noioso.

Mauro Aluffi

Una vita fa ero consulente tecnico in Ericsson, l'azienda di telecomunicazioni svedese. Quel lavoro mi piaceva da matti…ogni mattina mi alzavo e non sapevo dove sarei finito, se in cima al Monte Bianco oppure in fondo ad una umidissima cantina di Valenza.
Grazie a quel lavoro ho visto posti meravigliosi, insieme a tanti altri davvero brutti 😄😄
Poi l’inizio della parte più difficile della mia vita: la malattia di mia figlia Giorgia, l’accettazione, la sua gestione e - soprattutto questo - l’enorme dolore che provavo per lei e per la nostra famiglia.

Nel corso di quei mesi diventati poi anni, la fotografia è stata la mia salvezza. Le camminate in mezzo ai prati all’alba e al tramonto sono state un prezioso alleato psicologico alleviando anche se di poco l’angoscia e la paura che ci teneva in ostaggio notte e giorno.

La fotografia di paesaggio è così: introspettiva e solitaria, ti lascia solo con te stesso e ti costringe a rallentare.
 Sarò romantico, ma seguire la traiettoria del sole e della luna, studiarne i movimenti per capire quando e dove avrei trovato la luce migliore mi ha aiutato a capire che qualunque cosa accada qui sulla terra, ci sono cose immensamente più grandi di noi, forze che agiscono con un unico scopo: l’equilibrio.

 La somma delle forze dell’universo è pari a zero diceva Newton.

Io amo l’equilibrio, e quando sento di questi bambini salvati in Turchia al limite della capacità di sopravvivenza umana mi piace pensare che un po’ di quella forza nell’universo l’ha sparata Giorgia da qui, grazie al suo credito contratto senza una colpa apparente.

Il passaggio dal paesaggio al ritratto non è una passeggiata.
Il ritratto ti avvicina ad altre persone, non sei più solo e i tempi sono diversi. Ti costringe a salire sul palco e dirigere la situazione.
Dentro alle fotografie però - le fotografie di tutti - c’è un mondo, un vissuto fatto di esperienze belle e brutte.
A volte può essere difficile vederlo perché annegato in quella forma di scambio chiamata “lavoro” ma la realtà dei fatti è questa: le vostre fotografie sono le NOSTRE fotografie.

Per quello ci teniamo così tanto 🙂

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